Cresce il numero delle attività interessate dai nuovi indici di affidabilità fiscale (Isa), lo strumento di controllo che dalla prossima dichiarazione dei redditi sostituirà gli studi di settore.
Con il provvedimento 7 maggio 2018 del direttore dell’Agenzia delle Entrate sono state individuate le attività economiche per le quali, dopo il via libera del Ministero dell’Economia e delle Finanze (Mef) saranno elaborati gli indici. Il meccanismo per l’elaborazione degli Isa prevede infatti che la proposta dell’Agenzia delle Entrate sia confermata successivamente con un decreto del Mef.
I nuovi Indici di affidabilità fiscale
Sono 105 le attività, proposte dall’Agenzia delle Entrate, per le quali potrebbero essere elaborati gli indici di affidabilità fiscale: 2 riguardano il settore dell’agricoltura, 22 le manifatture, 44 i servizi, 14 le attività professionali e 23 il commercio.
In questo gruppo di attività, contenute nell’Allegato al provvedimento, ci sono ad esempio le attività di costruzione di opere di ingegneria civile, i servizi di progettazione di ingegneria integrata, la ricerca e sviluppo sperimentale nel campo delle scienze naturali e dell’ingegneria, le attività degli studi di architettura e le attività tecniche svolte dai periti industriali. Gli indici proposti dovranno ora essere sottoposti al vaglio del Ministero dell’Economia e delle Finanze, che deciderà se approvarli.
Gli Indici di affidabilità fiscale già approvati
Con il provvedimento 22 settembre 2017 del direttore dell’Agenzia delle Entrate è stato approvato il programma delle elaborazioni relative a 70 indici di affidabilità fiscale. Successivamente, il DM 23 marzo 2018 del Ministero dell’Economia e delle Finanze ha approvato 69 dei 70 indici sintetici di affidabilità fiscale indicati nel provvedimento.
È rimasto fuori l’indice relativo alle attività tecniche svolte dai geometri (71.12.30) su cui sono in corso le attività di approfondimento e di confronto con le organizzazioni di categoria interessate. Gli indici approvati in questo primo turno riguardano le attività degli studi di ingegneria, le attività tecniche svolte dai disegnatori tecnici, dai grafici e dagli amministratori di condomini.
Indici di affidabilità fiscale: come funzionano
Gli indici di affidabilità fiscale, utilizzando dati e informazioni relativi a più periodi d’imposta, esprimeranno, su una scala da 1 a 10, il grado di affidabilità fiscale di ciascun contribuente, riconoscendo in alcuni casi delle premialità.
Sarà valutata tutta la storia del contribuente, non solo i presunti ricavi e compensi. In altre parole, non saranno valutati solo i dati contenuti nella dichiarazione dei redditi, ma anche quelli posseduti dall’Inps o dall’Ispettorato del lavoro. Il contribuente potrà inoltre fornire informazioni aggiuntive non risultanti dalle scritture contabili. I contribuenti che risulteranno affidabili saranno esclusi dagli accertamenti di tipo analitico – presuntivo e vedranno limitarsi l’applicazione degli accertamenti basati sulla determinazione sintetica del reddito.
È inoltre prevista la riduzione dei termini per l’accertamento e l’esonero, entro i limiti fissati, dall’apposizione del visto di conformità per la compensazione dei crediti d’imposta. Ci sarà infine l’esonero dall’apposizione del visto di conformità o dalla prestazione della garanzia per i rimborsi Iva per un importo non superiore a 50mila euro.
Gli indici di affidabilità fiscale sono stati introdotti con la manovrina 2017 e avrebbero dovuto essere già operativi, ma per motivi organizzativi la legge di Bilancio 2018 ha posticipato di un anno la loro entrata in vigore. Saranno quindi utilizzati per la dichiarazione dei redditi 2018, da effettuare nel 2019.