Statistiche catastali 2017: il patrimonio immobiliare italiano.
Le unità immobiliari censite negli archivi del Catasto edilizio urbano risultano, al 31 dicembre 2017, poco meno di 75 milioni, oltre l’80% delle quali comprese nelle sole categorie A e C. L’analisi dettagliata e completa di tutte le informazioni relative a tale patrimonio è stata sviluppata, come è ormai tradizione, nelle “Statistiche catastali 2017”, rapporto disponibile da oggi sul sito dell’Agenzia delle entrate, giunto alla dodicesima edizione.
Il volume fornisce, su scala nazionale, una mappa del numero, della consistenza, della rendita e della natura giuridica degli intestatari dell’intero panorama delle unità immobiliari censite in Catasto. Le unità che presentano una rendita catastale sono quelle appartenenti, rispettivamente, alle categorie A, B, C, D ed E, e risultano poco meno di 65 milioni; i restanti 10 milioni fanno parte della categoria F (unità censite al solo scopo inventariale), dei cosiddetti beni comuni non censibili (ovvero unità di proprietà comune) e di una componente residuale di unità ancora in lavorazione (poco meno di 100mila).
Considerando le unità con rendita e le F, ovvero le categorie oggetto di particolare approfondimento nel rapporto, si è registrata, nel 2017, una crescita aggregata di poco più di 500 mila unità rispetto all’anno precedente (+0,8%); con riferimento agli intestatari, si ha una netta prevalenza (90% circa) delle persone fisiche nella categoria A (escluse le A/10, ovvero gli uffici), nella categoria C e, in proporzione leggermente minore (poco meno dell’80%), nella categoria F, una prevalenza assai meno marcata nelle A/10 (56% circa) e un rapporto ribaltato nelle restanti categorie.
Alcuni equilibri si modificano in modo significativo se si ragiona in termini di rendita, escludendo dunque dal ragionamento gli immobili relativi alla categoria F: in questo caso, il tasso di crescita aggregata rispetto al 2016 è inferiore (+0,4%) e cresce il peso delle categorie E, B e soprattutto D (che sfiora il 30% del totale), a discapito, per lo più, della categoria C.
Statistiche catastali 2017: immobili a destinazione ordinaria (gruppi A, B, C)
Nelle statistiche catastali 2017 le abitazioni (gruppo A, esclusa la categoria A/10) risultano, nella banca dati catastale, pari a circa 35 milioni, +0,3% rispetto al 2016, per effetto soprattutto degli incrementi delle A/2 (abitazioni di tipo civile, +0,7%) e delle A/3 (abitazioni di tipo economico, +0,4%); è aumentato anche il numero di A/7 (villini, +1%) e A/11 (abitazioni e alloggi tipici dei luoghi, +2,2%), mentre risultano in calo le restanti categorie.
Come accennato precedentemente, e come del resto prevedibile, gran parte delle unità appartenenti a questo gruppo risulta avere come intestatari persone fisiche (oltre il 92%). In termini di rendita, il quadro è sostanzialmente analogo, sia nei rapporti che nelle dinamiche, con un ammontare complessivo che sfiora i 17 miliardi di euro.
La superficie media delle abitazioni risulta, infine, pari a 117 m2, con valori crescenti in funzione della qualità delle diverse categorie (dai 58 m2 delle A/5, abitazioni di tipo ultrapopolare, ai 654 m2 delle A/9, castelli e palazzi di pregio). Per completare il quadro relativo al gruppo A, la categoria A/10 (uffici) risulta in calo sia in termini di numero di unità immobiliari (poco più di 662mila, -0,2%), sia in termini di rendita (poco più di 1 miliardo e mezzo di euro, -0,6%); per quanto riguarda la tipologia di destinatari, restano prevalenti le persone fisiche (56,6% del totale).
Le categorie catastali del gruppo B (immobili a uso collettivo) risultano poco più di 200mila, in aumento rispetto al 2016 dell’1,2%, con le eccezioni delle categorie B/3 (prigioni e riformatori, -0,3%) e B/8 (magazzini sotterranei per depositi di derrate, -0,6%); il quadro delle relative rendite si presenta analogo, per quanto con un tasso di crescita inferiore (+0,7%). Circa gli intestatari, prevalgono nettamente le persone non fisiche, sia in termini di stock (82%) sia, soprattutto, in termini di rendita (97%).
Il gruppo C contiene immobili a destinazione commerciale e varia, per un totale di oltre 27 milioni di unità, detenute per l’88% da persone fisiche. Il 96% del totale risulta in realtà concentrato in tre delle sette categorie: C/6 (prevalentemente box e posti auto, pari a circa il 63%), C/2 (prevalentemente cantine e soffitte, pari a circa il 26,3%) e C/1 (negozi, 7,3% del totale). La rendita complessiva risulta superiore ai 6 miliardi di euro, con una quota di intestatari persone non fisiche molto più significativa (oltre il 25%) rispetto allo stock.
Statistiche catastali 2017: gli immobili a destinazione speciale e particolare
Nelle statistiche catastali 2017, il gruppo D (immobili a destinazione speciale) appartengono quasi 1,6 milioni di unità (+1,6% rispetto al 2016), per lo più concentrate nelle categorie D/1 (opifici, 495 mila circa), D/10 (edifici a uso agricolo, 420 mila circa), D/7 (edifici a uso industriale, 293 mila circa) e D/8 (edifici a uso commerciale).
La categoria D/10 è l’unica in cui prevalgono, come intestatari, le persone fisiche (oltre il 90%). Particolarmente rilevante risulta il dato relativo alla rendita, in virtù della destinazione d’uso degli immobili interessati: l’ammontare supera, infatti, i 10,5 miliardi di euro (+0,5% rispetto al 2016) e rappresenta circa il 28% del totale dello stock nazionale, come accennato anche in precedenza.
Gli immobili del gruppo E (a destinazione particolare) risultano, infine, poco meno di 100 mila (+1,8% rispetto al 2016), in gran parte concentrati nelle categorie E/3 (edifici per speciali esigenze pubbliche, con oltre 42 mila unità) ed E/9 (categoria residuale, con quasi 32 mila unità); la rendita aggregata (oltre 775 miliardi di euro) risulta invece in calo dell’1% rispetto al dato dell’anno precedente.