Torniamo a parlare del codice appalti, dando uno sguardo alle proposte avanztae da Ance (Associazione nazionale dei costruttori edili) e Anci (Associazione nazionale dei Comuni italiani) che riguardano semplificazioni, incentivi alla digitalizzazione e misure di trasparenza per il contrasto all’illegalità, al fine di facilitare la realizzazione di opere pubbliche.
Codice Appalti 2018: gli effetti nei primi due anni e trend futuro
Anci e Ance hanno sostenuto l’introduzione di una regolazione degli appalti di lavori, forniture e servizi, ma hanno anche segnalato il rischio che una disciplina troppo articolata e derivante da diversi fonti (66 provvedimenti attuativi tra DM, DPCM e Linee Guida Anac), non accompagnata da un congruo periodo transitorio ed una costante azione di assistenza e formazione del personale, avrebbe rallentato la realizzazione di opere pubbliche.
In un sistema articolato in circa 8mila Comuni era prevedibile un impatto ordinamentale che ha creato non poche incertezze operative e conseguenti ritardi: nel 2016, infatti, si è registrato un calo del 37% dell’importo complessivamente posto in gara. Questo dato si accompagna ad un andamento della spesa effettiva per investimenti diversificato tra i territori: -37% impegni e -35% cassa nel Mezzogiorno; +13% impegni e +17% cassa nel Nord; +3% impegni e sostanziale invarianza nella cassa nel Centro.
Su scala pluriennale, tuttavia, le stime ANCI indicano un trend positivo degli investimenti dei Comuni, “la cui ripresa è un dato incontrovertibile degli ultimi tre anni, sia pure con ritmi meno intensi di quanto auspicato”. Trend confermato dal DEF 2018 che registra un aumento del 23% delle gare comunali perfezionate per opere superiori a 40mila euro.
Tuttavia sono ancora troppo lunghi i tempi di realizzazione delle opere pubbliche: in media, secondo il Rapporto sui tempi di attuazione e di spesa delle opere pubbliche del 2014 (DPS), quasi 4 anni per gli appalti minori (importi di lavori fino a 500mila euro), circa 7 anni per le opere di importo compreso tra i 500mila e i 50milioni di euro e fino a quasi 15 anni per gli appalti di valore più elevato.
Codice Appalti 2018: le 10 proposte di Ance e Anci
I costruttori riconoscono che il Correttivo Appalti migliorato la disciplina, ma ritengono che siano rimaste alcune necessità di fondo: creare una regolazione più semplice, unitaria ed omogenea; rilanciare la capacità di programmazione e progettazione dei Comuni; incentivare l’utilizzo delle piattaforme telematiche di negoziazione; introdurre meccanismi di deflazione del contenzioso. Le proposte di ANCI ed ANCE rappresentano dunque un contributo costruttivo nel processo finalizzato a facilitare la realizzazione di opere pubbliche.
- 1. Attuazione del Codice Appalti
Prevedere un’unica fonte regolamentare per l’attuazione del Codice appalti, abrogando tutti i provvedimenti attuativi. Ciò al fine di dare certezza normativa alle diverse fonti di disciplina finora adottate (D.M., DPCM, Linee Guida Anac vincolanti, etc), opportunamente riviste e coordinate.
Resta ferma la funzione di vigilanza, controllo e di deflazione del contenzioso dell’ ANAC.
- 2. Piccoli Comuni e loro aggregazioni
Prevedere differenti e semplici regole in materia di appalti pubblici per i Piccoli Comuni. Ad esempio: rivedere la disciplina in materia di requisiti professionali richiesti per l’individuazione e la nomina del RUP; prevedere una procedura negoziata semplificata; semplificare oneri, tempi e modalità delle comunicazioni alle imprese.
- 3. Piattaforme di e-procurement
Accelerare la definizione delle regole tecniche per l’utilizzo delle piattaforme di e-procurement al fine di consentire anche ai Comuni e soggetti aggregatori che intendono qualificarsi autonomamente, di dotarsi di proprie piattaforme elettroniche di negoziazione
- 4. Appalto integrato
Consentire alle stazioni appaltanti di ricorrere all’affidamento della progettazione esecutiva e dell’esecuzione di lavori sulla base del progetto definitivo dell’amministrazione aggiudicatrice. La garanzia rispetto alla centralità e alla qualità del progetto è data dal rafforzamento dei contenuti dei singoli livelli di progettazione e dall’obbligo, dal 2019, della progettazione in BIM.
- 5. Offerta Economicamente più vantaggiosa
Consentire per i lavori di importo pari o comunque non superiore alla soglia comunitaria, l’utilizzo del criterio dell’offerta economicamente più vantaggiosa solo in presenza di complessità tecnica dell’appalto. Innalzare conseguentemente fino alla soglia comunitaria (attualmente è 2 milioni di euro) l’importo dei lavori aggiudicabili con il criterio del prezzo più basso, sulla base del progetto esecutivo, con obbligo dell’esclusione automatica delle offerte anomale e con metodo antiturbativa semplificato rispetto all’attuale.
- 6. Subappalto
Eliminare l’obbligo per il concorrente di indicare, in sede di partecipazione alla gara, la terna di subappaltatori su cui fare il controllo rispetto ai requisiti generali. In alternativa, si potrebbe eliminare il controllo dei requisiti generali dei subappaltatori indicati, in quanto è sempre possibile la sostituzione in fase esecutiva, o si potrebbe richiedere solo all’operatore aggiudicatario di indicare la terna dei subappaltatori prima della stipulazione del contratto
- 7. Qualificazioni Stazioni Appaltanti e CUC
Chiarire che la qualificazione delle SUA e delle CUC sia possibile per il complesso delle attività di cui all’articolo 38 del Codice Appalti ma relative ad ogni singolo ambito: 1. programmazione e progettazione; 2. affidamento; 3. verifica e esecuzione del contratto.
- 8. Contenzioso
Vengono proposte diverse misure per accelerare la definizione del contenzioso in materia di appalto.
- 9. Affidamento dei servizi di architettura e ingegneria
Riportare gli affidamenti di servizi attinenti all’architettura e all’ingegneria nell’ambito generale dei servizi e delle forniture, per quanto riguarda la soglia limite per affidamenti tramite procedura negoziata, che risulta fissata ad euro 209.000 (ndr: dal 1° gennaio 2018 tale soglia è di 221.000 euro).
- 10. Procedure negoziate sottosoglia
Prevedere procedure differenziate per i lavori fino a 40.000 euro, fino a 150.000 euro, fino a 500.000 euro e fino ad 1 milione di euro, dal momento che “il meccanismo del sorteggio ‘tout court’ delle imprese per le procedure negoziate fino a 1 milione di euro, non garantisce la necessaria qualificazione richiesta e produce effetti potenzialmente distorsivi del mercato”.